“Il TRIANGOLO DELLE GUALCHIERE” è un “ponderoso” volume curato fino nei dettagli dallo stesso Berlinghiero Buonarroti e pubblicato oggi nel 2013 dalla casa editrice Polistampa. Esso è composto da una cinquantina di capitoli che abbracciano vari secoli di storia del territorio: dal primo, intitolato Milioni di anni Avanti Cristo, fino alle cronache novecentesche.

La denominazione dell’opera vuole alludere con sottile ironia ai “luoghi misteriosi” della stampa popolare (Il triangolo delle Bermude) e nello stesso tempo evocare in modo suggestivo—attraverso il rimando delle antiche macchine a martelli della manifattura laniera— un importante momento della storia medievale della zona. Il riferimento infatti alle tre gualchiere per la follatura dei panni di lana che, dalla fine del XIII secolo, erano operanti a Compiobbi, al Girone e a Quintole (in quest’ultima località sono ancora visibili i resti archeologici della struttura preindustriale). Le gualchiere vengono così a costituire i vertici di un triangolo ideale che coincide con il territorio della Valle dell’Arno del Comune di Fiesole, assumendo i connotati fantastici di una  “Terra di Mezzo”. Nei vari capitoli, corredati da più di 900 immagini, è contenuta una mole impressionante di notizie archeologiche e storiche di ogni singolo luogo (Compiobbi, Quintole, Girone, Ellera, Pontanico, Valle del Sambre, Torri, Ontignano, ecc.) e che riguardano toponimi, tombe, strade, ponti, torri, chiese, intercalate da spassose digressioni scrupolosamente documentate, distribuite in molti paragrafi, da cui titoli affiora tutta la vena umoristica dell’autore; a titolo di esempio se ne elencano alcuni: La chiesa fantasma, Il sotterraneo che unisce frati e monache (cap. 9); I mortori con più sacerdoti: segno di fede o di emancipazione sociale?, Il volto di Cristo e il sottanone paracadute, un aneddoto legato ad un tabernacolo del posto (cap.11); Un prete con il mal di gola e con la stitichezza (nel pagare), Il “miracolo” delle ostie che si muovono (cap.15); Le “strippate” dei frati di S. Maria Novella che ignorano il peccato di gola, La reliquia del dito del beato Gherardo (cap.16); La cattedra ambulante di agricoltura, “Oppe, oppe”, il mendicante volpaio (cap.17); Il frattagliaio Martelloni, il miracoloso sciroppo Pagliano (cap.21).

Il 43° capitolo che conclude l’Ottocentodedicato alla storia privata dell’autore– porta il titolo Famiglia Buonarroti e data dal 15 novembre 1895, quando i discendenti di Michelangelo si trasferirono dall’Impruneta a Compiobbi.

Da quell’epoca, nel paese sono state registrate 48 persone con il famoso cognome, 13 delle quali vivono ancora a Compiobbi, mentre le rimanenti si sono trasferite in altri luoghi. A corredo del testo, l’artista ha ridisegnato in forma esatta e aggiornata l’albero genealogico dei Buonarroti.

Giunta a compimento “l’Indagine di Archeologia Umana”, numerose ricerche attendono ancora il Nostro, per il quale la fine di ogni lavoro coincide sempre con l’inizio di un altro.

Da infaticabile minatore (ossia colui che mina le certezze!), Berlinghiero è impegnato senza posa nell’apertura di nuove gallerie, alla scoperta di “giacimenti auriferi” in un mondo fantastico dove una “ricca miniera i cui preziosi tesori aspettano il minatore giusto”.