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La foto, messa gentilmente a disposizione da Milena e Marcello Fantappiè, ritrae Lucia Martelloni e Arduina Salvadori, prima dell'ultima guerra mondiale, alla fonte pubblica che era situata in Via Aretina, nei pressi di Via Fabbri, di fronte al negozio di abbigliamento di Bigagli. Un pilozzino in pietra raccoglieva l'acqua sovrabbondante. La foto contiene un particolare umoristico: probabilmente il fotografo ha pregato le due signore di mettersi in posa ma nel frattempo la mezzina di destra dell'Arduina, già precedentemente riempita, fa fuoriuscire uno zampillo d'acqua da un forellino posto nella pancia della brocca di rame. Le fontane in paese erano soprattutto di due tipi: come quella rappresentata nella foto, che veniva azionata da un grosso pulsante di ottone e come quella che era posta in Piazza Mazzini, soprannominata busto di ferro. Quest'ultima era cilindrica ed azionata da una manopola somigliante ad una pina «bastarda», con decorazioni a scaglie che permetteva di fare uscire un getto d'acqua quando si girava la manopola, come si fa quando si da il gas ad un motorino per accelerare. La tecnologia avanzata faceva tornare al punto di partenza la manopola, chiudendo il flusso dell'acqua, perché non venisse sprecata.
L'acquedotto pubblico, fatto in tubazioni di ghisa, risale al 1919, ma solo verso il 1953-54 si diffonde l'utilizzo dell'acqua nelle case. I primi a Compiobbi ad usufruirne furono, intorno al 1925, la famiglia Ciolli ai Campacci, la Villetta del dott. Bruscoli e la Farmacia. Il consumo dell'acqua nelle famiglie era integrato da numerosi pozzi privati sorti quando l'acquedotto era ancora di là da venire. Fra i tanti pozzi che c'erano in paese se ne ricordano una quindicina: 1) Solli (vicino all'attuale negozio di abbigliamento di Bartolozzi). 2) Melli (in Via Aretina dove abita Beppe Melli. 3) Pozzo pubblico del "Casone" dove ora abita Bruna Della Bella, al quale si accedeva da un andito. 4) Pozzo di "Pancino" (tuttora esistente nella curva sull'Arno prima delle ex fabbrica di Chelazzi). 5) Pozzo nell'orto del Papini che serviva anche per innaffiare gli ortaggi. 6) Pozzo sul retro della Farmacia (tuttora esistente e già visibile in una foto dei primi del secolo ripresa da di là d'Arno). 7) Pozzo posto all'interno della bottega di alimentari di Guazzini. 8) Pozzo nell'orto del falegname Bruno di Dario Casini a cui si poteva accedere pubblicamente. 9) Quattro pozzi ai Calzolai : a) Raffaello Sieni (al cosiddetto "porto" in fondo ai Calzolai). b) Carmela Vinci, a metà della via. c) Pozzo nella cosiddetta "piazzetta", ora sede del barbiere "Evoluzione". d) Pozzo del forno di Antonio Sieni .10) Pozzo a destra dello "spacco del Sieni" (ora abitazione di Renzo Cappelli) sull'Arno, nei pressi dello scarico della fabbrica dell'Etruria. 11) Pozzo di Catullo Corti (sull'Arno di fronte alle scuole, proprietà Monzecchi). 12) Pozzo nell'orto del villino Buonarroti. 12) Pozzo di Mani, in Via Diaz (angolo pressi Via Pucci). 13) Pozzo di Ripi, sempre in Via Diaz. 14) Pozzo pubblico a carrucola con corda e secchio a Ellera, ubicato fra il negozio di merceria di Degl'Innocenti e il sottopasso ad arco del Popi (fra le due guerre), 15) Pozzo interno a Ellera nel fondo di Dante Galanti vicino al forno, 16) Pozzo con carrucola alle Mulina Nuove di Ellera, nella piazzetta interna che si apriva dentro lo sporto dove c'è dipinto una lunetta a sesto acuto con una Madonna che è opera di Lambardi, proprietà del mulino Fantappiè ed allora abitato da Corti, che aveva 5 figlie dette "le Morine" che facevano le lavandaie col viaio sull'Arno, 17) Pozzo artesiano di proprietà Corsi (verso il 1925), renaiolo a Ellera. Era ubicato dentro il fondo dei Corsi sull'Aretina. Per accedere al pozzo si entrava da una porta che dava in una corte coperta.
Numerose in paese erano anche le fontanelle: La più antica era la fonte pubblica detta "ad Ariete" in muratura coperta con tettino e con una porticella, posta in Piazza Principe di Piemonte, ora Piazza Mazzini, con pompa oscillante, rimasta in piazza fino a agli anni '30, ubicata nel punto dove ora c'è il monumento ai caduti. Il primo progetto di detta fontana è dell'Arch. Maiorfi nel 1880. La costruzione si rese necessaria anche per l'uso della Piazza come sosta e ristoro per i cavalli che già ai primi del '900 attendevano i loro proprietari che si rifocillavano alla Trattoria che fu poi dei fratelli Raimondi. Le altre fontane del paese erano rispettivamente ubicate: 1) Nei pressi delle scuole nel rientro ancora visibile di fronte al Forno Sieni. 2) In località Campacci in Via Aretina, accanto allo spacco che porta alla pescaia del Chelazzi si vedono ancora i resti di una fontanella a muro in ferro nei pressi del laboratorio del famoso bascullaio Ciolli. 3) In Via Diaz nei pressi dell'angolo con Via Pucci di fronte all'attuale abitazione di Zuccagnoli (proprio nel 1934 il regime fascista, nel XII della sua era, come dimostra un tombino ancora visibile in quel punto, faceva eseguire lavori di conduttura di acqua). 4) A Ellera nella parete del Sodi nell'angolo fra l'Aretina e via del Pignino, poco lontano da un'altra fontanella sull'Aretina vicino alle scalette ancora visibili. 5) Alle Falle nei pressi degli ex magazzini di legname del Melli quasi di fronte alla chiesetta delle Falle. 6) In Sambre fuori dall'ex forno Corri, fontanella fatta costruire dai macellai Buonarroti. 7) Fonte di Bacchino nei campi cosiddetti "Campacci", nei pressi di un albero secolare, così chiamata per una piccola statua di Bacco, dio del Vino, posta al di là del sottopassaggio della ferrovia. La gran quantità di pozzi nel paese è giustificata oltre che dal fatto che l'acqua era una necessità vitale, anche dalla relativa facilità di perforare un pozzo nel paese per il prossimo livello delle acque dell'Arno, ma naturalmente anche ogni casa colonica aveva un proprio pozzo a carrucola. Le chiare, fresche, dolci acque di Compiobbi erano tali anche perché la nostra giovinezza lo era. Purtroppo, però, come recita un triste proverbio: l'acqua passata non macina più!
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