|
I migliori elementi della squadra erano il portiere Bruno Biagi e il centromediano metodista Aleardo Ieri detto "Ale". Quest'ultimo, figlio di un capostazione trasferito a Compiobbi, era nato a Livorno e quando, a diciotto anni, arrivò in riva all'Arno aveva già una visione del mondo aperta e moderna, per niente provinciale. Inoltre era un vero atleta, oltre che ottimo giocatore di pallacanestro e proprio intorno al 1940, gareggiando per la Soc. Sportiva degli "Assi Giglio Rosso" con sede nel Viale Michelangelo, era diventato campione italiano dei 110 metri ad ostacoli abbassando il record di D'Ermellina. Come premio gli fu regalato un orologio che subì la sorte di essere immediatamente venduto dal grande "Ale" che preferiva riservare alle ragazze la sua visione romantica della vita. Come calciatore aveva giocato in serie C dove si era fatto notare dai dirigenti della Fiorentina e benché avesse superato facilmente un provino coi viola aveva preferito continuare a giocare con gli amici di Compiobbi. E dagli amici del paese "Ale" era venerato e ammirato tanto che a distanza di 50 anni sopravvive ancora oggi il mito delle sue gesta. C'è chi ricorda ancora di quella volta che, intorno al 1945, allorché "Ale" stava andando a giocare a calcio nel campo delle Sieci con una bicicletta coi fascioni rabberciati recuperando quelli di una jeep, all'improvviso vide passare un camioncino carico di merce, lo rincorse, lo raggiunse, vi saltò sopra e scaricò nella strada 4 o 5 baccalà che furono prontamente recuperati dagli amici che lo seguivano in bicicletta. Al ritorno a Compiobbi quando i compaesani gli chiesero dove avesse comperato quel ben di Dio, "Ale" affermò con sicurezza: - Da Bardo! Tutti, allora, si precipitarono dal Sieni disposti a pagare a peso d'oro quella merce tanto preziosa in quei tempi di carestia, ma il negoziante, naturalmente, non ne sapeva niente! Lo stesso episodio che vede "Ale" impegnato a scaricare materiale commestibile a favore dei compagni c'è chi lo ricorda ambientato su un treno merci di passaggio raggiunto dalla sua falcata atletica. Purtroppo il 29 giugno 1946, stroncato a soli 26 anni dalla allora imperdonabile TBC, "Ale" lasciava la vita terrena. Lo stesso giorno, nel pomeriggio, in occasione della festa di S.Pietro e Paolo, un crocchio di donne in processione, insieme a don Angiolo Polli, prete di San Donato a Torri, recitavano il rosario davanti al tabernacolo di San Pietro e Paolo che si trovava nella piazzetta dei Calzolai. Come ogni anno! Ma torniamo alla storia della Società Sportiva Compiobbi! La prima squadra del paese, che partecipò al campionato di Propaganda, è di qualche anno prima. Era il 1938. Il campo di casa era nientemeno che alle Sieci e si raggiungeva a piedi. Gli avversari erano il Rifredi, la Sestese, gli Assi, il Vernio, la squadra del Menaboni… Fra i giocatori del Compiobbi ricordiamo: Piero Sali, Carlo Andorlini, Renzo Cesarini, Bruno Biagi, Aleardo Ieri, Amedeo Ciolli, Nello Grassi, Walter Chelli e Armando Montagni, tutti abitanti in paese. Da "fuori" furono "acquistati": Benvenuti (da Rifredi), Busi, Favi e Ruggeri (da Campi Bisenzio) e Kuric (un triestino abitante a Firenze). Allenatore era Bistondi, fotografo del paese. Nel 1939, nel secondo campionato, arrivò la disfatta: sul nostro campo casalingo delle Sieci perdemmo ben 8-0 contro la squadra degli Assi del Varlungo. E meno male che i nostri avversari poterono schierare solo 9 giocatori, contro i nostri 11. Nel dopoguerra la squadra del Compiobbi tardò a ricostituirsi e gli incontri di calcio si svolgevano, più modestamente, fra le varie fazioni del paese stesso. Scapoli contro Ammogliati, Corea (rione Sambre) contro Compiobbi (paese) e Bartaliani contro Coppiani.
|
|