ARCHIVIO DEL TEMPO CHE PASSA
COMPIHOBBY

L'INNO DI COMPIOBBI di Gastone Quilici
A cura di Berlinghiero Buonarroti
(L'Oculista n° 6)

Musica

Anche Compiobbi, come un qualsiasi stato nazionale, ha il suo inno. Come la Marsigliese per i francesi o l'Inno di Mameli per gli italiani, finalmente anche il nostro paese avrà l'accapponatura della pelle o i «bordoni» dell'emozione quando si diffonderanno le note solenni dell'inno intitolato, non a caso, "Compiobbi".
Il motivo musicale è stato rintracciato casualmente, appena tre anni fa, nell'ultima pagina del proprio libretto di musica dall'attivissimo novantenne Mario Mannini (n. 1909). È una marcetta composta a ritmo di polca ideata, presumibilmente nel 1965, da Gastone Quilici (n. 1904), valentissimo strumentista, padrone indifferentemente dei segreti del clarinetto della chitarra o delle evoluzioni struggenti dell'assolo del violino.
Ma il fatto strano è che nessun musicista, che abbia fatto parte della banda musicale del paese, si ricorda di avere mai suonato questa marcia. Per tale ragione la voglia di resuscitare questo bellissimo motivo è stato più forte di noi.
Mario Mannini ha, quindi, eseguito le prime prove d'interpretazione effettuate col proprio sassofono, leggendo la musica "in diretta", peraltro senza occhiali, ma col rigore filologico di chi è impegnato ad eseguire ogni nota che il buon Gastone aveva scritto, compreso le "note di attesa" che, nella stesura originale, erano previste per permettere l'entrata degli altri strumenti della banda.
Intanto Luciano Mannini (n. 1913) metteva in bella calligrafia musicale un arrangiamento del motivo con la sua, ancor giovane, perizia scrittoria manuale. Come si può notare dallo spartito che riproduciamo, il virtuosismo grafico di Luciano appare così sicuro che Mannini ha preferito disegnare col righello anche le cinque righe del pentagramma invece di utilizzare quelle che normalmente si trovano in commercio prestampate, non fidandosi, forse, dei marchingegni moderni.
Seguendo il motivo eseguito da Luciano Mannini pizzicando il proprio mandolino, l'amico Massimo Presciutti, avendo esperienza diretta della vita di un piccolo borgo, ha potuto creare le poetiche parole dell'inno di Compiobbi come se fosse nato in questo paese, invece che a Camporeggiano vicino a Gubbio.
Infine la voce cristallina e ben educata di Tito Mannini (n. 1921) ha cantato l'inno ufficiale di "Compiobbi" interpretando, con un bell'esempio di bel canto, lo spirito della marcetta ritrovata.

Gastone Quilici, autore dell'inno di Compiobbi, in occasione di una gita all'Incontro prima dell'ultima guerra, mentre suona il violino.

Mario Mannini, scopritore della canzone
di Compiobbi
e Luciano Mannini,
arrangiatore della stessa

«COMPIOBBI»

Musica di Gastone Quilici  1965
Parole Massimo Presciutti
© 1996
Arrangiamento di Marco Masini 1998  Spartito music. Luciano Mannini 1996



E fumavano ancor le fornaci
coloravano l'argilla
e del tempo che passa le braci
è rimasto solo quel che brilla
Chi cresceva giocando al pallone
o faceva il rabdomante con la sonda
chi vendeva cravatte e sottane
in bicicletta con la molletta
per tenere stretti i pantaloni
e sporca gira la catena del lavor
e via pedalar


Verde è la valle
in fondo un fiume va
la gente guarda il tempo
come chi è a ballar
e gira e volta la fortuna
le ragazze alla fontana
ogni tanto l'Arno in piena
fa tremar…

Dalla finestra
della mia stanza il sol
che sveglia tutti i paesi
alla realtà
di un mondo a parte
da dove si può partire
dove poi volendo si
può anche ritornar

Per questo
ci si riposa
lì dove l'acqua va
sempre diversa verso
la tranquillità
di un porto e come un'anguilla
verso il mare dei Sargassi
tutto il mondo in una mano
largo sta…

Verde è la valle
in fondo un fiume va
Compiobbi è una stazione
prima del mar
è un mondo a parte
da dove si può partire
dove poi volendo si
può anche ritornar


Gastone Quilici, col suo clarinetto, autore della marcetta a ritmo di polka intitolata Compiobbi

Spartito musicale autografo di Luciano Mannini